Rappresento la quarta generazione di agricoltori della mia famiglia e prendere in gestione l'azienda è sempre stato il mio sogno. Anche quando ero bambino questo mondo mi ha sempre appassionato e il suo dinamismo continua ad affascinarmi tutt'ora.
La mia famiglia si occupa di agricoltura dai tempi del mio trisavolo e fu mio nonno a comprare un antico mulino in pietra nel 1939, quando nei campi veniva già coltivato frumento e c'era una fattoria; iniziammo a coltivare i nostri terreni da allora ed anche il nome Steinmühlhof (“allevamento con mulino in pietra”) risale a quell’epoca.
La fattoria si trova nell’antico paese di Münnerstadt, una comunità rurale ubicata nella Franconia Inferiore, ai piedi dei monti Rhön. L’area circostante e i nostri terreni sono relativamente poco estesi ed interrotti qua e là da piccole vallate e pendii. Campi abbandonati e secchi sono purtroppo diventati tipici di questo paesaggio.
Il suolo di tipo calcareo-conchilifero e la scarsità delle precipitazioni non rendono l'agricoltura facile e, se ci si imbarca in essa, si preferisce l'agricoltura di tipo estensivo. Ma sono proprio queste difficoltà che rendono le nostre giornate stimolanti. Non siamo spinti da una costante voglia di crescere, che per noi corrisponde meramente alla ricerca incessante di profitti. Questa è una delle ragioni che ci ha spinto ad adottare metodi di coltivazione biologici ormai 30 anni fa, dato che per noi era ed è molto importante coltivare in modo sostenibile e proteggendo la natura e le specie che la popolano. Vogliamo proseguire su questo cammino anche in futuro.
Non usiamo fertilizzanti sintetici o prodotti chimici per la protezione delle colture. Le erbe infestanti vengono rimosse in modo meccanico e non dobbiamo irrigare perchè al rabarbaro basta l’acqua piovana.
Coltiviamo solamente cibo o mangime che distribuiamo ad altri allevamenti biologici. Ad esempio, coltiviamo frumento per vari mulini o legumi come piselli e fagioli e trifogli per l’alimentazione animale. Il metodo della rotazione delle colture è per noi fondamentale, sia per favorire la fertilità del suolo, che per gestire la quantità di nutrienti. Quindi usiamo in modo strategico i legumi che fissano azoto nel suolo, che poi servirà da nutrimento per le colture successive. Nelle fasi intermedie le colture intercalari contribuiscono a migliorare la salute del suolo stabilizzando la quantità di nutrienti e creando un habitat perfetto per gli insetti benefici.
Mio papà ed io dividiamo il lavoro tra noi durante l’anno, riuscendo a fare turni che ci permettono di svolgere tutte le attività necessarie e di aiutarci a vicenda. Durante il periodo di raccolta possiamo anche contare sull’aiuto di amici e parenti che per noi è fondamentale per fare tutto in tempo ed in modo efficiente. Si tratta di un favore che ci fanno, ma per noi è molto importante dare loro la giusta ricompensa, quindi li assumiamo a tempo determinato e paghiamo loro un salario in piena regola.
Il compito più impegnativo nella coltivazione del rabarbaro è proprio la sua raccolta: preleviamo i gambi intatti e maturi, tagliamo le foglie e li inseriamo in una scatola per il trasporto. I gambi che per vari motivi non possono essere venduti vengono inviati a uno stabilimento che produce succhi, mentre le foglie vengono lasciate sul terreno, in modo che decomponendosi facciano da nutrimento per il suolo. Possiamo quindi affermare che il rabarbaro va dai campi direttamente alle scatole di spedizione, e questo è un processo gestito da me e la mia ragazza Linda, che mi aiuta con il design e le confezioni.