La nostra piantagione di zafferano si trova a Durrenentzen, un piccolo paese alsaziano tra Colmar e il Reno, dove si beneficia di un microclima caratteristico. L’Alsazia è inoltre uno dei centri della gastronomia francese ed ospita 52 ristoranti stellati. L’eccellenza gastronomica ha reso possibile lo sviluppo di una rete di piccoli produttori che forniscono ai ristoranti prodotti locali.
Nel 2014 decisi di creare la mia scatola di zafferano, che ho chiamato "safran étoilé - Star Saffron” (zafferano stellato), prendendo ispirazione dalle stelle Michelin conferite dalla famosa guida. Questo nome descrive bene anche il mio approccio: produci poco per produrre bene!
La coltivazione di zafferano si estende su 0,5 ettari, che sono appartenuti alla mia famiglia per decenni: i miei nonni e mio zio ci coltivavano verdura prima che venisse lasciato a riposo. Sono l’unico che lavora nei campi durante tutto l’anno e durante la stagione di raccolta assumiamo una dozzina di lavoratori a tempo determinato; inoltre posso contare sull’aiuto di mia moglie che gestisce la squadra responsabile della rimozione dei pistilli dai fiori.
Pratichiamo un’agricoltura biodinamica e non usiamo nessun tipo di prodotti chimici. Tutte le operazioni vengono svolte a mano, dalla preparazione del terreno alla raccolta, incluso il diserbo. Lo zafferano ha bisogno di pochissima acqua e in media irrighiamo la piantagione una o due volte per aiutare i bulbi ad iniziare il ciclo vegetativo. L’acqua viene prelevata da falde acquifere ed abbiamo la fortuna di avere una delle riserve più grandi d’Europa che è alimentata dal Reno.
La coltivazione dello zafferano non genera rifiuti. Una volta che i pistilli vengono separati dal fiore, quest’ultimo viene distribuito nel terreno e mano a mano che la raccolta continua, sul suolo si forma un incredibile tappeto viola, che farà da fertilizzante naturale per le piante future.