Anche se rappresento la terza generazione di una famiglia dedita agli ulivi, in azienda non ci sono mai stati solo ulivi, dato che mio nonno era agricoltore e fabbro. Mia mamma coltiva ulivi ed io sono un agronomo in corner, perché all’inizio volevo studiare telecomunicazioni. Mi chiamo Jose María Navarro Acedo ed è un onore potermi presentare a voi.
Come già accennato, alla fine del liceo avrei voluto studiare telecomunicazioni, ma mia mamma, che mi conosce molto bene e sapeva che chiuso in ufficio sarei impazzito, mi consigliò di studiare agronomia per poter lavorare all’aria aperta, dove mi è sempre piaciuto stare. Fin da piccolo trascorrevo le estati nell’orto con mia bisnonna, i miei 3 fratelli e mio nonno, che vedevo sempre lavorare nei campi e vendere il suo raccolto.
Durante gli anni da studente grazie a una borsa di studio Erasmus ho scoperto l’Italia, dove ho trascorso giornate bellissime e non perdo mai l’occasione di tornare. Una volta laureato ho iniziato subito a lavorare, da allora ad oggi sempre nel settore frutticolo, passando 3 anni in Italia ed altri 3 in Inghilterra. Alla fine decisi di tornare a casa e mi unii ad un’azienda come direttore commerciale.
Alla fine mi sentii finalmente pronto per iniziare il mio progetto nell’azienda di famiglia dedicata alla coltivazione degli ulivi, quindi nel 2012 misi in marcia il mio frutteto Finca El Poleo. Posso affermare con sicurezza che questo progetto non sarebbe stato possibile senza l’appoggio incondizionato di mia moglie Beny (si dice infatti che dietro ad ogni grande uomo c’è una grande donna!): Beny si è sempre occupata della burocrazia (certificazioni, costi, verifiche…), ma la sua passione per i campi l’ha portata a fare il grande salto e da qualche tempo gestisce alcune delle nostre aziende di appoggio.
Al momento coordiniamo quello che c’è da fare con tutta la squadra, in modo da sostenere l’azienda tutti insieme: nel reparto commerciale abbiamo Pilar e Gabi, Elisa, Inma, Eli e Miguel si occupano del centro logistico ed il lavoro nei campi viene coordinato invece da María Belinda e i suoi ragazzi. Possiamo anche contare sull’aiuto di Narcis, zio di mia moglie, che è un pozzo di conoscenze agricole e ci aiuta a stabilire se tutto va per il verso giusto.
Il mercato tradizionale non lascia nemmeno un terzo del valore della frutta all’agricoltore ed implica uno spreco alimentare terribile, non solo a destinazione (frutta che marcisce una volta comprata), ma anche prima di arrivare nei grandi centri di distribuzione. Si tratta di un dato di fatto estremamente doloroso per noi, dopo tutti gli sforzi fatti durante tutto l’anno e le risorse impiegate. Per questo motivo abbiamo deciso di lanciarci nella vendita diretta con CrowdFarming.